Gli anziani che svolgono una elevata attività fisica hanno una minore incidenza di insufficienza cardiaca, mentre qualsiasi attività fisica è associata a un minor rischio di IMA e mortalità cerebro-cardiovascolare.
Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinate da Patel della University of Alabama (USA). Dal momento che in letteratura è poco noto su quali siano i livelli di attività fisica necessaria per la prevenzione episodi di insufficienza cardiaca (HF) e/o di altri eventi cardiovascolari nella popolazione anziana, i ricercatori hanno voluto studiare i 5.503 partecipanti al Cardiovascolar Health Study (CHS), di età ? 65 anni, privi di HF all’arruolamento. Una valutazione settimanale dei MET consumati per svolgere attività fisica è stata utilizzata per classificare i partecipanti in quattro gruppi di attività fisica: inattivi (0 MET-minuti, n = 489, di riferimento), bassa (1 -499, n = 1.458), medio (500-999, n = 1.086) e alta (? 1.000; n = 2.470). I partecipanti avevano una età media di 73 ± 6 anni, il 58% erano donne e il 15% afro-americana. Durante i 13 anni di follow-up, episodi di HF si sono verificati nel 26%, 23%, 20% e il 19% dei partecipanti, rispettivamente senza, attività bassa, media e alta fisica (trend p<0,001). Confrontati agli anziani inattivi, corretto il dato per età, sesso, razza, gli episodi di HF associati a bassa, media e alta attività fisica erano 0,87 (0,71-1,06, p=0,170), 0,68 (,54-0,85 p=0,001) e 0,60 (0,49-0,74, p<0,001), rispettivamente (trend p<0,001). Solo una alta attività fisica aveva una significativa associazione indipendente con un minor rischio di eventi di HF (HR, 0,79, 95% CI, 0,64-0,97, p=0,026). Tutti i livelli di attività fisica avevano una significativa associazione indipendente con basso rischio di infarto acuto del miocardio e di mortalità cerebro-cardiovascolari.
Fonte: Int J Cardiol. 2013: S0167-5273(12)01682-8