La definizione di Ipercolesterolemia Autosomica Dominante (ADH) viene usata per indicare un gruppo eterogeneo di disordini genetici caratterizzati dall’aumento di colesterolo LDL nel sangue, con un conseguente accumulo nella parete arteriosa e maggiore rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Sono tre i geni conosciuti coinvolti nel determinare il fenotipo ADH e in particolare si tratta di LDLR, APOB e PCSK9, con una frequenza complessiva stimata di 1:300/500 individui nella popolazione generale. Rapportando questi numeri alla popolazione della provincia di Reggio Emilia si può stimare che un numero compreso tra 1100 e 1800 individui sia affetto da questa malattia genetica, a fronte delle poche decine di casi con diagnosi certa.
Nell’articolo citato viene presentata la caratterizzazione molecolare di 1018 pazienti italiani studiati nel corso degli ultimi 20 anni nei centri di Modena, Genova e Palermo. Nel lavoro presentato, è sicuramente degna di nota la comparazione dello studio italiano con analoghi studi effettuati in Spagna, Portogallo, Francia e Olanda. Il confronto ha confermato la più bassa percentuale di mutazioni sul gene APOB nei pazienti ipercolesterolemici del Sud Europa rispetto a quelli del Centro-Nord Europa (% di mutazioni di APOB: 2.2% in Italia vs 12% in Olanda).
Questo ritrovamento probabilmente riflette le differenti migrazioni dei discendenti degli antenati Celti (a cui si fa risalire la mutazione di APOB) dall’Europa centrale verso altre regioni europee.
Lo studio dei pazienti italiani ha consentito inoltre di individuare dei raggruppamenti geografici di pazienti che condividono la medesima mutazione sul gene LDLR. In particolare per una specifica mutazione di LDLR sono stati individuati 2 raggruppamenti geografici, il primo costituito da 17 pazienti nel Nord-Ovest dell’Italia, il secondo di 23 pazienti nel Sud Italia. Nonostante la condivisione della stessa mutazione i due gruppi avevano valori di colesterolo LDL significativamente diversi tra loro. Gli autori ipotizzano che tale differenza possa dipendere da fattori ambientali/dietetici diversi tra Nord e Sud Italia o in alternativa dall’azione di altri geni modificatori al momento ignoti.
Complessivamente lo studio conferma la grande variabilità genetica dell’ Ipercolesterolemia Autosomica Dominante nei pazienti italiani, con le famiglie affette che hanno la loro “mutazione privata”. La variabile gravità della condizione nei pazienti dipende in gran parte dal tipo di mutazione sul gene LDLR.
Tommaso Fasano MD, PhD
Dirigente Medico di Patologia Clinica
Laboratorio Analisi Chimico-Cliniche e di Endocrinologia
ASMN – IRCCS Reggio Emilia