Edited by dott. Davide Favali (per gentile condivisione del Dott. Mario Granito)
Abu Imram Musa’ Ibn Maimun, detto Maimonide e citato dagli scrittori medici del Rinascimento col nome di Rabbi Moyse, fa parte di quella schiera di studiosi di razza ebraica che, insieme a siriaci, spagnoli e persiani, contribuirono a formare lo splendido e monumentale edificio della Medicina Araba. Nato a Cordova nel 1135, fu allievo del grande Averroe’ e mori’ nel 1204. Fu sepolto a Tiberiade, in Palestina, ove la sua tomba fu meta, e lo è ancor oggi, di devoti pellegrinaggi da parte delle genti ebraiche. Fu piu’ noto come filosofo e talmudista, ma lascio’ nondimeno numerosi scritti di argomento medico che attestano la profonda conoscenza che egli aveva della materia e le sue non comuni capacita’ di osservazione. Tra le sue opere piu’ famose sono i “Commentari agli aforismi di Ippocrate”, il “Regime della Sanita’”(ispiratore dei trattati omonimi che formarono la parte piu’ cospicua della letteratura medico-igienista del Medio Evo), L'”Ars coeundi” ed il “Trattato dei veleni”. Ebbe una vita assai travagliata, poiche’ la sua avversione per Galeno e le sue concezioni filosofiche, rigidamente razionalistiche ed aristoteliche, gli procurarono molte inimicizie e persecuzioni. Dagli scritti di Maimonide togliamo questa sublime “Preghiera del Medico” nella quale la elevata concezione etico-professionale di Ippocrate, mirabilmente espressa nel celebre giuramento, assume un aspetto ancor piu’ umano e spirituale, forse un po’ velato dalla tristezza di chi, per la sua arte, ebbe a conoscere l’incomprensione degli uomini.
Preghiera del Medico
“Mio Dio, riempi la mia anima d’ amore per l’arte e per tutte le creature. Non lasciare che la sete di guadagno e la ricerca della gloria influenzino l’esercizio della mia arte, allontanandomi dal nobile dovere di far del bene alle Tue creature. Fa che in colui che soffre io non veda altro che un uomo. Fa che la mia mente sia limpida al letto del malato, affinche’ io possa ricordare cio’ che l’intelletto e la scienza mi hanno insegnato. Fa, o Signore, che i miei pazienti abbiano fiducia in me e nella mia arte. Fa che essi seguano le mie prescrizioni e i miei consigli. Allontana dal loro letto i ciarlatani, la folla dei parenti sempre prodighi di consigli e le comari che credono di saper tutto di ogni cosa, poiche’ sono gente pericolosa che riesce spesso, per vanita’ e presunzione, a far fallire anche le migliori cure dell’arte e conduce non di rado le creature alla morte. Se gli ignoranti mi criticano e si fanno beffa di me, fa che l’amore per la mia arte sia piu’ forte delle loro derisioni e che io possa perseverare nella giustizia senza badare al prestigio, alla ricchezza e all’eta’ dei miei nemici. Concedimi, o Signore, l’indulgenza e la pazienza di fronte ai malati testardi e seccatori. Fa ch’io sia moderato in ogni cosa ma che insaziabile sia il mio amore per la scienza. Allontana dal mio cuore la presunzione che nulla vi sia per me d’impossibile. Concedimi la forza, la volonta’ e le occasioni d’accrescere sempre piu’ le mie conoscenze. Fa che ogni momento io possa scorgere la presenza di cose di cui non sospettavo neppure l’esistenza, poiche’ l’arte nostra è vasta, e lo spirito umano non mai finisce di percorrere la strada del sapere”.
Maimonide